CASTEL VOLTURNO - È la prima fase: quella introduttiva, che trascina direttamente al mercato. È l’idea che nasce, prima di cristallizzarsi e diventare ipotesi, poi trattativa: ma è così che avviene, è così che si fa, anche se nel calcio ci sono cose che non si dicono. Ma è partita, eccome, la torrida stagione del mercato, che procederà attraverso percorsi oscurati: e saranno incontri «clandestini», telefonate d’avvicinamento, chiacchierate conoscitive. Sarà ciò ch’è stato tra il Napoli ed il Verona per Artur Ionita (26 ad agosto), un passato che ritorna, perché a gennaio era praticamente tutto fatto, poi diventò improvvisamente complicato, poi si pensò fosse meglio rinviarla, aggiornarsi per capire entrambi. E si sono incrociati, mica casualmente.
LUI CI STA - Intanto Ionita non vede l’ora che arrivi l’estate, perché il suo gradimento è nei fatti ed il Napoli lo sa bene: il moldavo ha il contratto in scadenza nel 2017, una opzione già concessa al Verona per il 2018, persino una promessa per rivedersi presto, però con la rassicurazione che nel caso arrivi la telefonata definitiva da Castel Volturno, ci si adegui ai suoi desideri. E al Napoli, a Giuntoli principalmente - ma da un bel po’ - Ionita piace per la sua fisicità, per la capacità di essere mezz’ala di destra o di sinistra, per i tempi di gioco, per l’umiltà e la determinazione: il prezzo con il Verona è stato stabilito, ma al mercato ci sono mille ragioni che spingono a temporeggiare. C’è qualcosa in più della cosiddetta opzione morale, c’è molto di più di una prelazione sulla parola: deve decidere il Napoli, adesso, cosa fare, se credere nel lavoro che ha portato avanti o se rifugiarsi altrove, in quelle altre varie piste in cui s’è tuffato.
CASTEL VOLTURNO - È la prima fase: quella introduttiva, che trascina direttamente al mercato. È l’idea che nasce, prima di cristallizzarsi e diventare ipotesi, poi trattativa: ma è così che avviene, è così che si fa, anche se nel calcio ci sono cose che non si dicono. Ma è partita, eccome, la torrida stagione del mercato, che procederà attraverso percorsi oscurati: e saranno incontri «clandestini», telefonate d’avvicinamento, chiacchierate conoscitive. Sarà ciò ch’è stato tra il Napoli ed il Verona per Artur Ionita (26 ad agosto), un passato che ritorna, perché a gennaio era praticamente tutto fatto, poi diventò improvvisamente complicato, poi si pensò fosse meglio rinviarla, aggiornarsi per capire entrambi. E si sono incrociati, mica casualmente.
LUI CI STA - Intanto Ionita non vede l’ora che arrivi l’estate, perché il suo gradimento è nei fatti ed il Napoli lo sa bene: il moldavo ha il contratto in scadenza nel 2017, una opzione già concessa al Verona per il 2018, persino una promessa per rivedersi presto, però con la rassicurazione che nel caso arrivi la telefonata definitiva da Castel Volturno, ci si adegui ai suoi desideri. E al Napoli, a Giuntoli principalmente - ma da un bel po’ - Ionita piace per la sua fisicità, per la capacità di essere mezz’ala di destra o di sinistra, per i tempi di gioco, per l’umiltà e la determinazione: il prezzo con il Verona è stato stabilito, ma al mercato ci sono mille ragioni che spingono a temporeggiare. C’è qualcosa in più della cosiddetta opzione morale, c’è molto di più di una prelazione sulla parola: deve decidere il Napoli, adesso, cosa fare, se credere nel lavoro che ha portato avanti o se rifugiarsi altrove, in quelle altre varie piste in cui s’è tuffato.
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