NAPOLI - Ma stavolta è sì: e (pare) senza condizionamenti, senza ripensamenti, senza indugi; perché le notti - e sono state tante - hanno portato consigli: e contando i giorni e il tempo ch’è scivolato via rapidamente, Piotr Zielinski (22 anni) ha raccolto i suoi pensieri, ha messo assieme le varie riflessioni, poi ha scelto il Napoli. È stata un’estate aggrovigliata, consumata perdendosi tra varie ipotesi: ma adesso che il conto alla rovescia va ultimato, perché il campionato sta quasi per partire, è arrivato il momento della decisione, che agli amici, nel ritiro in Austria, è stata annunciata. «Vado al Napoli».
VERONICHE - È fatta, a meno di clamorosi colpi di scena: se ne sono accavallate di storie, durante gli Europei - e anche prima e anche dopo - e Zielinski, come da talento, s’è concesso qualche «veronica», ha lasciato aspettare il Napoli, s’è sentito lusingare dal Liverpool, ha avvertito il richiamo del Milan e la possibilità di rimettersi in discussione in un club che ha il suo magnetismo; poi è rimasto in attesa. Sono le moderne leggi del calcio e le possibilità concesse da un mercato così lungo: poteva farlo, se lo è consentito.
VADO - Poi ha intuito che c’era, innanzitutto, una squadra che aveva puntato forte e con decisione su di lui: il Napoli. L’ha saputo in epoca non sospetta, quando l’Udinese gli ha confermato dell’accordo: quindici milioni più Zuniga. Non è servito il primo no per raffreddare il Napoli, ch’è rimasto in scia, ha lasciato che Zuniga andasse al Watford - l’altra «casa» della famiglia Pozzo - ha saputo che c’era una stretta di mano con una famiglia amica di De Laurentiis, s’è guardato intorno, ha preferito attendere. (...) Punti da discutere, nessuno: vale tra i club quello che si sono detti ad inizio giugno; vale per il centrocampista polacco quello che De Laurentiis ha offerto - un quinquennale da un milione a scalare - valgono anche, perché è il linguaggio dei tempi moderni, quei like sui tweet di Milik e di Tonelli, compagni in Nazionale e all’Empoli, alla presentazione dell’altra sera. Nel Terzo Millennio, due mi piace sono una prova.
Leggi la versione integrale sul Corriere dello Sport-Stadio oggi in edicola
NAPOLI - Ma stavolta è sì: e (pare) senza condizionamenti, senza ripensamenti, senza indugi; perché le notti - e sono state tante - hanno portato consigli: e contando i giorni e il tempo ch’è scivolato via rapidamente, Piotr Zielinski (22 anni) ha raccolto i suoi pensieri, ha messo assieme le varie riflessioni, poi ha scelto il Napoli. È stata un’estate aggrovigliata, consumata perdendosi tra varie ipotesi: ma adesso che il conto alla rovescia va ultimato, perché il campionato sta quasi per partire, è arrivato il momento della decisione, che agli amici, nel ritiro in Austria, è stata annunciata. «Vado al Napoli».
VERONICHE - È fatta, a meno di clamorosi colpi di scena: se ne sono accavallate di storie, durante gli Europei - e anche prima e anche dopo - e Zielinski, come da talento, s’è concesso qualche «veronica», ha lasciato aspettare il Napoli, s’è sentito lusingare dal Liverpool, ha avvertito il richiamo del Milan e la possibilità di rimettersi in discussione in un club che ha il suo magnetismo; poi è rimasto in attesa. Sono le moderne leggi del calcio e le possibilità concesse da un mercato così lungo: poteva farlo, se lo è consentito.
VADO - Poi ha intuito che c’era, innanzitutto, una squadra che aveva puntato forte e con decisione su di lui: il Napoli. L’ha saputo in epoca non sospetta, quando l’Udinese gli ha confermato dell’accordo: quindici milioni più Zuniga. Non è servito il primo no per raffreddare il Napoli, ch’è rimasto in scia, ha lasciato che Zuniga andasse al Watford - l’altra «casa» della famiglia Pozzo - ha saputo che c’era una stretta di mano con una famiglia amica di De Laurentiis, s’è guardato intorno, ha preferito attendere. (...) Punti da discutere, nessuno: vale tra i club quello che si sono detti ad inizio giugno; vale per il centrocampista polacco quello che De Laurentiis ha offerto - un quinquennale da un milione a scalare - valgono anche, perché è il linguaggio dei tempi moderni, quei like sui tweet di Milik e di Tonelli, compagni in Nazionale e all’Empoli, alla presentazione dell’altra sera. Nel Terzo Millennio, due mi piace sono una prova.
Leggi la versione integrale sul Corriere dello Sport-Stadio oggi in edicola
Questo sito fa uso di cookie per migliorare l'esperienza di navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull'utilizzo del sito stesso. Utilizziamo sia cookie tecnici sia cookie di parti terze per inviare messaggi promozionali sulla base dei comportamenti degli utenti. Può conoscere i dettagli consultando la nostra privacy policy qui. Proseguendo nella navigazione si accetta l'uso dei cookie; in caso contrario è possibile abbandonare il sito.