Benitez: «A Parma non sentiti i cori sul Vesuvio»
Il tecnico del Napoli Benitez: "Strano, al Tardini hanno ascoltato le mie frasi ma non i cori contro i napoletani"
mercoledì 13 maggio 2015corrieredellosport.it
KIEV (UCRAINA) - E ora, si giochi: perché stavolta si fa sul serio, si scrive la storia (senza enfasi, né retorica). Ventisei anni dopo, c’è una finale all’orizzonte e Rafa Benitez la insegue con la sua autorevolezza, con la sua serenità: «Io sono tranquillo. E i ragazzi pure». E ora, si vinca, o si segnino almeno due gol, per far male al Dnipro, per togliersi di dosso l’1-1 dell’andata, per provare a starsene al sicuro sul primo volo per Varsavia. «Ne abbiamo la forza, abbiamo segnato novantotto reti e siamo una squadra che crea tanto. Se stavolta ci capitano le occasioni dell’andata....».‘O VESUVIO - E’ la Partita, questa, però Parma-Napoli qualcosa ha lasciato e Rafa Benitez, che usa il linguaggio delle parole e anche quelle del viso, sa come si fa per sottolineare l’niquità di una sentenza che lo ha amareggiato. «Sono rimasto sorpreso che abbiano sentito, al Tardini, una mia considerazione sull’ostruzionismo del calcio italiano e siano invece sfuggiti i cori di gran parte dello stadio sul Vesuvio».VINCIAMO - Poi è riflessione sulla gara d’andata e pure stavolta Benitez ci va giù pesante: «Stavolta sarà una gara normale, dopo quanto successo al san Paolo, le possibilità di errore saranno minime». Ma si attacca, perché lo 0-0 non vale niente, anzi varebbe l’eliminazione: «Siamo il Napoli che in due anni ha segnato più di duecento reti e vogliamo farne ancora. Vogliamo andare in finale, dopo ventisei anni. Questo è un giorno importante per noi tutti e comunque il mio futuro non dipende da questi risultati: ho parlato con la mia famiglia, ho parlato con Aurelio. Ora devo pensare alla partita, poi penseremo al resto».