Europa League
NAPOLI - La notte delle emozioni, delle lacrime, di una vita che ripassa davanti agli occhi di un popolo, quello che lo ha amato e continuerà ad amarlo alla follia. “Ho visto Maradona” hanno cantato migliaia di napoletani che gli hanno portato un saluto e lo hanno omaggiato davanti allo stadio che porterà, anzi già porta, il suo nome. Quello che diventerà il luogo di culto dei tifosi azzurri, la casa del dio del calcio, quello che per 60 anni ha fatto chiedere a tutto il mondo “¿De qué planeta viniste?” (“Da che pianeta sei venuto?”), la frase diventata celebre in una delle sue più grandi esibizioni, quella del gol del secolo, arrivato poco dopo il prestito di una mano ricevuta da Dio.
L’affetto e i cori dei tifosi, i fiori, le lacrime e la commozione di Insigne, la maglia numero 10 che hanno indossato tutti in campo, nessuno escluso, nemmeno Gattuso, hanno fatto da cornice a una notte che non poteva essere una notte normale allo stadio Maradona (fa effetto chiamarlo già così). Il Napoli ha onorato la memoria di D10S tornando a vincere a Fuorigrotta dove aveva perso le ultime tre partite, forse un segnale. Un autogol di Anastasio, un ragazzo napoletano che gioca nel Rijeka e che di nome fa Armando (forse un segnale anche questo) e un guizzo di Lozano hanno regalato tre punti d’oro per la classifica e per il morale a Gattuso, ora primo nel girone grazie al contemporaneo pareggio fra Az Alkmaar e Real Sociedad.
Dal campo è arrivata la migliore risposta alle polemiche e ai duri confronti dopo la sconfitta con il Milan, l’Europa può dare lo slancio per riscattarsi e riprendere il cammino anche in campionato. Domenica sera allo stadio Maradona arriverà la lanciatissima Roma di Fonseca, vincitrice anche stasera in Romania contro il Cluj. I tifosi hanno la sensazione che da oggi in poi il Napoli giocherà sempre in 12, con un D10S a spingerlo lassù, dall’alto.
NAPOLI (4-2-3-1): Meret; Di Lorenzo, Maksimovic, Koulibaly, Ghoulam; Demme (69' Lobotka), Bakayoko; Politano (64' Lozano), Zielinski (64' Insigne), Elmas (69' Mertens); Petagna (81' Ruiz). A disp: Contini, Manolas, Ospina, Rui. Allenatore: Gattuso.
RIJEKA (5-4-1): Nevistic; Tomecak, Velkoski, Galovic, Smolcic, Anastasio (80' Braut); Muric (78' Yateke), Cerin (87' Hodza), Loncar, Stefulj; Andrijasevic (87' M. Frigan). A disp: A. Frigan, Nwolokor, Putnik, Raspopovic. Allenatore: Rozman.
ARBITRO: Ozkhaya (TUR).
MARCATORI: 41' aut. Anastasio (N), 61' Lozano (N)
NOTE: Ammoniti (N); Anastasio (R). Recupero: 1'
NAPOLI - La notte delle emozioni, delle lacrime, di una vita che ripassa davanti agli occhi di un popolo, quello che lo ha amato e continuerà ad amarlo alla follia. “Ho visto Maradona” hanno cantato migliaia di napoletani che gli hanno portato un saluto e lo hanno omaggiato davanti allo stadio che porterà, anzi già porta, il suo nome. Quello che diventerà il luogo di culto dei tifosi azzurri, la casa del dio del calcio, quello che per 60 anni ha fatto chiedere a tutto il mondo “¿De qué planeta viniste?” (“Da che pianeta sei venuto?”), la frase diventata celebre in una delle sue più grandi esibizioni, quella del gol del secolo, arrivato poco dopo il prestito di una mano ricevuta da Dio.
L’affetto e i cori dei tifosi, i fiori, le lacrime e la commozione di Insigne, la maglia numero 10 che hanno indossato tutti in campo, nessuno escluso, nemmeno Gattuso, hanno fatto da cornice a una notte che non poteva essere una notte normale allo stadio Maradona (fa effetto chiamarlo già così). Il Napoli ha onorato la memoria di D10S tornando a vincere a Fuorigrotta dove aveva perso le ultime tre partite, forse un segnale. Un autogol di Anastasio, un ragazzo napoletano che gioca nel Rijeka e che di nome fa Armando (forse un segnale anche questo) e un guizzo di Lozano hanno regalato tre punti d’oro per la classifica e per il morale a Gattuso, ora primo nel girone grazie al contemporaneo pareggio fra Az Alkmaar e Real Sociedad.
Dal campo è arrivata la migliore risposta alle polemiche e ai duri confronti dopo la sconfitta con il Milan, l’Europa può dare lo slancio per riscattarsi e riprendere il cammino anche in campionato. Domenica sera allo stadio Maradona arriverà la lanciatissima Roma di Fonseca, vincitrice anche stasera in Romania contro il Cluj. I tifosi hanno la sensazione che da oggi in poi il Napoli giocherà sempre in 12, con un D10S a spingerlo lassù, dall’alto.
NAPOLI (4-2-3-1): Meret; Di Lorenzo, Maksimovic, Koulibaly, Ghoulam; Demme (69' Lobotka), Bakayoko; Politano (64' Lozano), Zielinski (64' Insigne), Elmas (69' Mertens); Petagna (81' Ruiz). A disp: Contini, Manolas, Ospina, Rui. Allenatore: Gattuso.
RIJEKA (5-4-1): Nevistic; Tomecak, Velkoski, Galovic, Smolcic, Anastasio (80' Braut); Muric (78' Yateke), Cerin (87' Hodza), Loncar, Stefulj; Andrijasevic (87' M. Frigan). A disp: A. Frigan, Nwolokor, Putnik, Raspopovic. Allenatore: Rozman.
ARBITRO: Ozkhaya (TUR).
MARCATORI: 41' aut. Anastasio (N), 61' Lozano (N)
NOTE: Ammoniti (N); Anastasio (R). Recupero: 1'
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