Rafa Benitez è semplicemente un vincente. E, come tutti i vincenti, si nutre di sfide e stimoli, oltre che di ambizioni. Ecco perché, pur distaccando gran parte dei suoi colleghi per curriculum, lo spagnolo non è poi così diverso da loro. Soprattutto non è diverso daWalter Mazzarri, uno che da queste parti - dopo i primi dribbling mediatici circa il futuro - ha digerito più critiche che elogi nonostante abbia garantito due qualificazioni in Champions League in tre stagioni. Ora come allora Aurelio De Laurentiis è condizionato da una scelta e Napoli, nonostante la solidità economica ed un futuro roseo, resta terra di passaggio e quasi mai una prima scelta. Perché Rafa Benitez rimanda il discorso rinnovo? Perché in cuor suo, in fondo, forse ha già scelto. Il suo ciclo potrebbe essersi già esaurito, ma sbandierarlo ai quattro venti oggi, nel momento clou della stagione, significherebbe distrarre l’ambiente dandolo in pasto alla stampa che, da qui a fine maggio, si nutrirebbe di pseudo indiscrezioni più di quanto non stia già facendo da un pezzo. Ecco perché c’è da scommettere che il 16 aprile, qualora il Napoli raggiungesse le semifinale di Europa League, Benitez festeggerà le 55 candeline prorogando ancora la scadenza del giorno della verità. De Laurentiis, intanto, è già da tempo sulle tracce del sostituto. Spera nel rinnovo, certo, ma stavolta non si farà condizionare dalla decisione del suo allenatore. Il futuro è adesso, attendere in eterno sarebbe deleterio.
I dubbi maggiori, paradossalmente, coinvolgono proprio il tecnico. Rafa Benitez non ha ancora chiaro il proprio destino. Può restare a Napoli o andar via: in tal caso, cosa gli riserverà il futuro? Un ritorno a Liverpool, o più semplicemente il ritorno in Premier League? E perché non la guida della nazionale spagnola, oppure un’esperienza nuova in un paese come la Francia? Tante ipotesi, poche certezze. In attesa di maggior chiarezza, la piazza partenopea si appresta a vivere l’ennesima primavera di attesa, dubbi e speranze. Da Mazzarri a Benitez non cambia la storia: Napoli resta terra di passaggio ed un’eterna seconda scelta.
Rafa Benitez è semplicemente un vincente. E, come tutti i vincenti, si nutre di sfide e stimoli, oltre che di ambizioni. Ecco perché, pur distaccando gran parte dei suoi colleghi per curriculum, lo spagnolo non è poi così diverso da loro. Soprattutto non è diverso daWalter Mazzarri, uno che da queste parti - dopo i primi dribbling mediatici circa il futuro - ha digerito più critiche che elogi nonostante abbia garantito due qualificazioni in Champions League in tre stagioni. Ora come allora Aurelio De Laurentiis è condizionato da una scelta e Napoli, nonostante la solidità economica ed un futuro roseo, resta terra di passaggio e quasi mai una prima scelta. Perché Rafa Benitez rimanda il discorso rinnovo? Perché in cuor suo, in fondo, forse ha già scelto. Il suo ciclo potrebbe essersi già esaurito, ma sbandierarlo ai quattro venti oggi, nel momento clou della stagione, significherebbe distrarre l’ambiente dandolo in pasto alla stampa che, da qui a fine maggio, si nutrirebbe di pseudo indiscrezioni più di quanto non stia già facendo da un pezzo. Ecco perché c’è da scommettere che il 16 aprile, qualora il Napoli raggiungesse le semifinale di Europa League, Benitez festeggerà le 55 candeline prorogando ancora la scadenza del giorno della verità. De Laurentiis, intanto, è già da tempo sulle tracce del sostituto. Spera nel rinnovo, certo, ma stavolta non si farà condizionare dalla decisione del suo allenatore. Il futuro è adesso, attendere in eterno sarebbe deleterio.
I dubbi maggiori, paradossalmente, coinvolgono proprio il tecnico. Rafa Benitez non ha ancora chiaro il proprio destino. Può restare a Napoli o andar via: in tal caso, cosa gli riserverà il futuro? Un ritorno a Liverpool, o più semplicemente il ritorno in Premier League? E perché non la guida della nazionale spagnola, oppure un’esperienza nuova in un paese come la Francia? Tante ipotesi, poche certezze. In attesa di maggior chiarezza, la piazza partenopea si appresta a vivere l’ennesima primavera di attesa, dubbi e speranze. Da Mazzarri a Benitez non cambia la storia: Napoli resta terra di passaggio ed un’eterna seconda scelta.
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