SMETTO QUANDO VOGLIO - L'allenatore campione del mondo apre una parentesi sul suo ex portiere della vittoria di Berlino, Gigi Buffon: «Come ho detto per altri, qualsiasi cosa farà, la farà bene. Parliamo di persone che sono capaci di coinvolgere emotivamente chi gli sta vicino e diventano dei leader immediatamente. Se lo dovessi sentire, gli direi di finire quando desidera finire, perché credo che in fondo in fondo il record di presenze in A gli possa interessare, e quando avrà finito di giocare, fermarsi un paio d'anni, godersi la famiglia, staccare e pensare bene a quello che vorrà fare».
FIGC - Sulla questione relativa alle elezioni in Figc il tecnico di Viareggio dice la sua: «Il calcio esiste da 100 anni, l'Italia ha vinto 4 volte il Mondiale e per due volte non si è qualificata. Si rosica ma si riparte. Ma è sempre la societa che ha il ruolo più importante, che sceglie i protagonisti. E in questo caso bisogna fare una società, una Federazione, con delle persone che conoscono il calcio». Negli anni scorsi Lippi è stato vicino a tornare all'interno della Federazione: «assieme al presidente del Coni avevamo trovato l'accordo perché diventassi il supervisore tecnico. Erano tutti d'accordo, poi prima di firmare e presentare Ct e Dt è venuta fuori una nuova regola nella quale c'era scritto che un procuratore non poteva esercitare la sua professione se aveva un parente in Federazione o in una squadra affiliata. Mi è sembrato un po' strano firmare un pre-contratto e poi scoprire che chi aveva firmato quello statuto non si ricordava di quella regola».
VAR - «Il Var è uno strumento nuovo, moderno, che tutti volevano e che ha fatto per l'85% delle cose importanti e per il 15% ha sbagliato... ma per le cose nuove si può accettare». Marcello Lippi dunque promuove la tecnologia in campo, sicuro che «ciò che conta è la qualità delle persone che prendono le decisioni».
SMETTO QUANDO VOGLIO - L'allenatore campione del mondo apre una parentesi sul suo ex portiere della vittoria di Berlino, Gigi Buffon: «Come ho detto per altri, qualsiasi cosa farà, la farà bene. Parliamo di persone che sono capaci di coinvolgere emotivamente chi gli sta vicino e diventano dei leader immediatamente. Se lo dovessi sentire, gli direi di finire quando desidera finire, perché credo che in fondo in fondo il record di presenze in A gli possa interessare, e quando avrà finito di giocare, fermarsi un paio d'anni, godersi la famiglia, staccare e pensare bene a quello che vorrà fare».
FIGC - Sulla questione relativa alle elezioni in Figc il tecnico di Viareggio dice la sua: «Il calcio esiste da 100 anni, l'Italia ha vinto 4 volte il Mondiale e per due volte non si è qualificata. Si rosica ma si riparte. Ma è sempre la societa che ha il ruolo più importante, che sceglie i protagonisti. E in questo caso bisogna fare una società, una Federazione, con delle persone che conoscono il calcio». Negli anni scorsi Lippi è stato vicino a tornare all'interno della Federazione: «assieme al presidente del Coni avevamo trovato l'accordo perché diventassi il supervisore tecnico. Erano tutti d'accordo, poi prima di firmare e presentare Ct e Dt è venuta fuori una nuova regola nella quale c'era scritto che un procuratore non poteva esercitare la sua professione se aveva un parente in Federazione o in una squadra affiliata. Mi è sembrato un po' strano firmare un pre-contratto e poi scoprire che chi aveva firmato quello statuto non si ricordava di quella regola».
VAR - «Il Var è uno strumento nuovo, moderno, che tutti volevano e che ha fatto per l'85% delle cose importanti e per il 15% ha sbagliato... ma per le cose nuove si può accettare». Marcello Lippi dunque promuove la tecnologia in campo, sicuro che «ciò che conta è la qualità delle persone che prendono le decisioni».
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