CASTEL DI SANGRO - Euforia, attesa, passione. C'erano oltre settemila persone presenti ieri sera al Patini di Castel di Sangro per vedere all'opera il Napoli di Antonio Conte arricchitosi della presenza dei nazionali, reduci dall'esperienza di Euro 24. Gli azzurri sono scesi in campo contro l'Egnatia, campione in carica del campionato albanese nella prima amichevole del ritiro in terra d'Abruzzo sotto gli occhi di De Laurentiis. Napoli con il lutto al braccio per le vittime della tragedia di Scampia (osservato anche un minuto di silenzio prima del fischio d'inizio).
Conte conferma il solito spartito tattico (3-4-2-1) ed anche in occasione della terza uscita stagionale - la prima in Alto Sangro - tiene fuori dalla contesa Osimhen (il nigeriano non è neppure in panchina). La squadra mostra il carattere del suo nocchiero. Si vedono grinta, carattere e intensità, ma anche idee e qualche sprazzo di gioco. Per la forma e la condizione ovviamente è ancora esposto il cartello «lavori in corso». Ma è tutto normale. È calcio estivo, precampionato insomma. Il tutto nonostante un avversario che atleticamente è molto più avanti del Napoli (forte - si fa per dire - dei preliminari di Conference), ma tatticamente lascia a desiderare. Poco importa. Quello che conta oggi sono l'applicazione, l'approccio e la capacità di metabolizzare il credo del tecnico leccese. «Mi è piaciuta molto la partita - ha detto Conte a fine gara - l'intensità tenuta. Ma sicuramente abbiamo tanto da lavorare». Ottimo l'esordio di Kvaratskhelia, insostituibile Lobotka al centro del gioco azzurro, così come interessanti sono stati i movimenti da braccetto di destra di capitan Di Lorenzo. L'imperativo è l'aggressione dell'avversario. In tutti i reparti del campo. «Il nostro gioco permette a Kvaratskhelia, Politano e Ngonge di avere tante occasioni - ancora Conte - possono venire nel campo perché hanno qualità per farlo. Kvara si esalterà con questo modulo». Il Napoli cerca di essere corto e prova a riflettere i diktat di Conte anche se le gambe risentono dei carichi di lavoro. In campo Kvaratskhelia è il più in palla ed infatti riesce a spezzare l'inerzia del match, deliziando la platea con un gran controllo di destro al volo (assist delizioso di Lobotka) e conclusione di sinistro che buca Dabjani (21’). Il georgiano gioca a testa alta, nasconde il pallone, si smarca e veste i panni anche del rifinitore: da applausi una sventagliata con cambio di campo che porta Politano al tiro. Poco più tardi proprio l'ex Inter raddoppia di sinistro su servizio assistenza di Di Lorenzo (29’). L'Egnatia è al tappeto, il Napoli gioca di squadra, si aiuta a vicenda e poco importa che le gambe ancora non girano come invece sarà in campionato. E quando gli albanesi hanno un sussulto, prendendo in controtempo la difesa azzurra Di Lorenzo è provvidenziale a metterci una pezza.
Nella ripresa il solito valzer completo della panchina operati da Conte con gli esordi di Buongiorno e Folorunsho in azzurro. Il Napoli la chiude con Simeone (7’) su una bella imbeccata di Zerbin e poco più tardi centra una traversa con Ngonge. L'Egnatia cala anche sul piano fisico, va in affanno si innervosisce e commette qualche fallo di troppo. Raspadori (15’) sfiora il poker così come pure Simeone (17’). Ci pensa Ngonge (23’) a piazzare lo scavino vincente per il 4-0 condito dal secondo assist consecutivo per Zerbin schierato da Conte quarto di destra. «Dobbiamo dare identità alla squadra. Per ora non posso che elogiare i ragazzi».
CASTEL DI SANGRO - Euforia, attesa, passione. C'erano oltre settemila persone presenti ieri sera al Patini di Castel di Sangro per vedere all'opera il Napoli di Antonio Conte arricchitosi della presenza dei nazionali, reduci dall'esperienza di Euro 24. Gli azzurri sono scesi in campo contro l'Egnatia, campione in carica del campionato albanese nella prima amichevole del ritiro in terra d'Abruzzo sotto gli occhi di De Laurentiis. Napoli con il lutto al braccio per le vittime della tragedia di Scampia (osservato anche un minuto di silenzio prima del fischio d'inizio).
Conte conferma il solito spartito tattico (3-4-2-1) ed anche in occasione della terza uscita stagionale - la prima in Alto Sangro - tiene fuori dalla contesa Osimhen (il nigeriano non è neppure in panchina). La squadra mostra il carattere del suo nocchiero. Si vedono grinta, carattere e intensità, ma anche idee e qualche sprazzo di gioco. Per la forma e la condizione ovviamente è ancora esposto il cartello «lavori in corso». Ma è tutto normale. È calcio estivo, precampionato insomma. Il tutto nonostante un avversario che atleticamente è molto più avanti del Napoli (forte - si fa per dire - dei preliminari di Conference), ma tatticamente lascia a desiderare. Poco importa. Quello che conta oggi sono l'applicazione, l'approccio e la capacità di metabolizzare il credo del tecnico leccese. «Mi è piaciuta molto la partita - ha detto Conte a fine gara - l'intensità tenuta. Ma sicuramente abbiamo tanto da lavorare». Ottimo l'esordio di Kvaratskhelia, insostituibile Lobotka al centro del gioco azzurro, così come interessanti sono stati i movimenti da braccetto di destra di capitan Di Lorenzo. L'imperativo è l'aggressione dell'avversario. In tutti i reparti del campo. «Il nostro gioco permette a Kvaratskhelia, Politano e Ngonge di avere tante occasioni - ancora Conte - possono venire nel campo perché hanno qualità per farlo. Kvara si esalterà con questo modulo». Il Napoli cerca di essere corto e prova a riflettere i diktat di Conte anche se le gambe risentono dei carichi di lavoro. In campo Kvaratskhelia è il più in palla ed infatti riesce a spezzare l'inerzia del match, deliziando la platea con un gran controllo di destro al volo (assist delizioso di Lobotka) e conclusione di sinistro che buca Dabjani (21’). Il georgiano gioca a testa alta, nasconde il pallone, si smarca e veste i panni anche del rifinitore: da applausi una sventagliata con cambio di campo che porta Politano al tiro. Poco più tardi proprio l'ex Inter raddoppia di sinistro su servizio assistenza di Di Lorenzo (29’). L'Egnatia è al tappeto, il Napoli gioca di squadra, si aiuta a vicenda e poco importa che le gambe ancora non girano come invece sarà in campionato. E quando gli albanesi hanno un sussulto, prendendo in controtempo la difesa azzurra Di Lorenzo è provvidenziale a metterci una pezza.
Nella ripresa il solito valzer completo della panchina operati da Conte con gli esordi di Buongiorno e Folorunsho in azzurro. Il Napoli la chiude con Simeone (7’) su una bella imbeccata di Zerbin e poco più tardi centra una traversa con Ngonge. L'Egnatia cala anche sul piano fisico, va in affanno si innervosisce e commette qualche fallo di troppo. Raspadori (15’) sfiora il poker così come pure Simeone (17’). Ci pensa Ngonge (23’) a piazzare lo scavino vincente per il 4-0 condito dal secondo assist consecutivo per Zerbin schierato da Conte quarto di destra. «Dobbiamo dare identità alla squadra. Per ora non posso che elogiare i ragazzi».
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