CASTEL VOLTURNO - E’ il tempo che se ne va, rapidamente, e porta con sé la giovinezza ma lascia i ricordi: cento giorni (appena) eppure sembra un’altra vita, nonostante restino fili d’erba e palloni che rotolano incontro al futuro. E’ il calcio che fa strani scherzi, che consuma, dilata, appiattisce, ingigantisce, come se una macchina rimodellasse gli esterni d’un habitat (teoricamente) eguale: l’8 luglio pare ancora immutabile, ci sono i campi e gli spogliatoi e le ansie dei primi giorni nei quali si racchiude il mistero d’un domani da svelare, ma spiando adesso, in quel macrocosmo nel quale Maurizio Sarri piombò, sono modificate le espressioni e pure le figure, le tendenze e persino i sorrisi.
BENVENUTO AL SUD - Le banalità abbondano, come i luoghi comuni, però Napoli non è Empoli (con assoluto rispetto, s’intende), né può vagamente somigliargli, con quella eco della cassa di risonanza che diviene assordante, un can-can sistematico della quotidianità, l’amplificazione dell’euforia e della malinconia: «Ma questo è ciò che percepite voi: per me, non c’è niente di diverso».
Ma l’ignifugo Sarri è costretto ad accendere la personalissima lampadina al primo squillo di sirena, un allarme che s’ode e che viene spento spingendosi al di là del rombo (guarda un po’, tutto accade proprio ad Empoli) e concedendosi al tridente, la valvola di sfogo d’una squadra a trazione anteriore, capace di spalancare nuovi orizzonti.CASTEL VOLTURNO - E’ il tempo che se ne va, rapidamente, e porta con sé la giovinezza ma lascia i ricordi: cento giorni (appena) eppure sembra un’altra vita, nonostante restino fili d’erba e palloni che rotolano incontro al futuro. E’ il calcio che fa strani scherzi, che consuma, dilata, appiattisce, ingigantisce, come se una macchina rimodellasse gli esterni d’un habitat (teoricamente) eguale: l’8 luglio pare ancora immutabile, ci sono i campi e gli spogliatoi e le ansie dei primi giorni nei quali si racchiude il mistero d’un domani da svelare, ma spiando adesso, in quel macrocosmo nel quale Maurizio Sarri piombò, sono modificate le espressioni e pure le figure, le tendenze e persino i sorrisi.
BENVENUTO AL SUD - Le banalità abbondano, come i luoghi comuni, però Napoli non è Empoli (con assoluto rispetto, s’intende), né può vagamente somigliargli, con quella eco della cassa di risonanza che diviene assordante, un can-can sistematico della quotidianità, l’amplificazione dell’euforia e della malinconia: «Ma questo è ciò che percepite voi: per me, non c’è niente di diverso».
Ma l’ignifugo Sarri è costretto ad accendere la personalissima lampadina al primo squillo di sirena, un allarme che s’ode e che viene spento spingendosi al di là del rombo (guarda un po’, tutto accade proprio ad Empoli) e concedendosi al tridente, la valvola di sfogo d’una squadra a trazione anteriore, capace di spalancare nuovi orizzonti.12 ott 2015
11 ott 2015
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