ROMA - Ma dove c’eravamo lasciati? Stadio “Santiago Bernabeu”, il 15 febbraio, la notte delle stelle che diventa (inaspettatamente) quella delle streghe, perché intorno svanisce l’effetto emozionale di quella pagina di Storia del Napoli e resta la scia, anzi l’eco, di riflessioni ad alta voce che Aurelio De Laurentiis diffonde via etere. Ma il tempo è un galantuomo, colma le distanze, trascina oltre le diversità e quando Roma-Napoli è appena finita Maurizio Sarri esce dallo spogliatoio, entra in un’auto e s’invola verso via XXIV maggio, perché ci sono storie che non possono finire (così) e De Laurentiis gli ha spalancato le porte di casa...
QUA LA MANO - La cena è servita, nel salone d’ordinanza dove Aurelio De Laurentiis e Maurizio Sarri possono finalmente rivedersi, per parlare a modo loro, per dirsene anche quattro, per prendersela con la luna, il ponentino o gli dei misteriosi del calcio, per celebrare le stimmate del campioncino che è in Marko Rog e lasciarsi alle spalle gli effetti d’un 15 febbraio divenuto improvvisamente spartiacque. Buonasera: e dev’esserla stata per davvero, perché è salutare liberare le tossine ed espellere qualsiasi retropensiero, chiacchierare (amabilmente) portandosi dentro quel filo d’allegria che lascia il blitz all’Olimpico e squarcia orizzonti che sembravano perduti: la Champions è con il Real Madrid ma anche in queste undici partite che restano da vivere tutti assieme, appassionatamente, accovacciati intorno ad un falò. E’ volato un tempo, con De Laurentiis a Los Angeles e Sarri imbronciato a riflettere, ma è servito utilizzarlo per concedersi (reciprocamente) una pausa di meditazione ed evitare contraddittori stizziti.
L’INVITO - Madrid è oramai una cartolina (sgualcita), lo spicchio incontrollabile d’una fusione che resta deliziosamente tempestosa tra due uomini che non hanno preclusioni a dirsele, che sanno come stuzzicarsi evitando “tatticismi”: e l’invito a Sarri - per ritrovarsi a distanza di diciassette giorni in cui è calato il silenzio stampa ma non la stima per il proprio allenatore - ha la funzione di spaccare quel gelo che s’è inevitabilmente formato, come una crosta intorno ad entrambi.
ROMA - Ma dove c’eravamo lasciati? Stadio “Santiago Bernabeu”, il 15 febbraio, la notte delle stelle che diventa (inaspettatamente) quella delle streghe, perché intorno svanisce l’effetto emozionale di quella pagina di Storia del Napoli e resta la scia, anzi l’eco, di riflessioni ad alta voce che Aurelio De Laurentiis diffonde via etere. Ma il tempo è un galantuomo, colma le distanze, trascina oltre le diversità e quando Roma-Napoli è appena finita Maurizio Sarri esce dallo spogliatoio, entra in un’auto e s’invola verso via XXIV maggio, perché ci sono storie che non possono finire (così) e De Laurentiis gli ha spalancato le porte di casa...
QUA LA MANO - La cena è servita, nel salone d’ordinanza dove Aurelio De Laurentiis e Maurizio Sarri possono finalmente rivedersi, per parlare a modo loro, per dirsene anche quattro, per prendersela con la luna, il ponentino o gli dei misteriosi del calcio, per celebrare le stimmate del campioncino che è in Marko Rog e lasciarsi alle spalle gli effetti d’un 15 febbraio divenuto improvvisamente spartiacque. Buonasera: e dev’esserla stata per davvero, perché è salutare liberare le tossine ed espellere qualsiasi retropensiero, chiacchierare (amabilmente) portandosi dentro quel filo d’allegria che lascia il blitz all’Olimpico e squarcia orizzonti che sembravano perduti: la Champions è con il Real Madrid ma anche in queste undici partite che restano da vivere tutti assieme, appassionatamente, accovacciati intorno ad un falò. E’ volato un tempo, con De Laurentiis a Los Angeles e Sarri imbronciato a riflettere, ma è servito utilizzarlo per concedersi (reciprocamente) una pausa di meditazione ed evitare contraddittori stizziti.
L’INVITO - Madrid è oramai una cartolina (sgualcita), lo spicchio incontrollabile d’una fusione che resta deliziosamente tempestosa tra due uomini che non hanno preclusioni a dirsele, che sanno come stuzzicarsi evitando “tatticismi”: e l’invito a Sarri - per ritrovarsi a distanza di diciassette giorni in cui è calato il silenzio stampa ma non la stima per il proprio allenatore - ha la funzione di spaccare quel gelo che s’è inevitabilmente formato, come una crosta intorno ad entrambi.
Questo sito fa uso di cookie per migliorare l'esperienza di navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull'utilizzo del sito stesso. Utilizziamo sia cookie tecnici sia cookie di parti terze per inviare messaggi promozionali sulla base dei comportamenti degli utenti. Può conoscere i dettagli consultando la nostra privacy policy qui. Proseguendo nella navigazione si accetta l'uso dei cookie; in caso contrario è possibile abbandonare il sito.