NAPOLI - Ha messo la freccia e adesso viaggia spedito sulla corsia di sorpasso. Ben lanciato, seppur in completa sicurezza, a superare in primo luogo se stesso. E sì, perché Piotr Zelinski s’è finalmente lasciato andare, ha rotto indugi ed ormeggi, facendo saltare quei freni inibitori che ne condizionavano la fioritura. E il nuovo Piotr, quello che soppianta la precedente versione, è una delizia per gli occhi, è un toccasana per gli equilibri e le economie di squadra. Questa sua presa di coscienza (meglio tardi che mai…) arriva a puntino, capita proprio nel momento in cui, complice anche la partenza di Hamsik, c’è stato urgente bisogno di riconfigurare il centrocampo. Ma, d’altro canto, ragionare su di uno Zielinski unicamente centrocampista, risulterebbe alquanto riduttivo. Poiché il polacco, assieme ad una rinnovata percezione di se stesso e delle sue possibilità, si sente finalmente libero di sciorinare i pezzi pregiati del suo repertorio. E lo fa a tutto campo.
LE CHICCHE - Meno frenato da vincoli tattici, sta riuscendo quasi sempre a portare a termine ciò che gli passa per la testa. Esempio lampante di ciò, scaturisce proprio dalla trasferta svizzera di Europa League, allorquando l'inarrestabile Piotr mise a sedere l’intera difesa zurighese, fulminando pure il portiere. Il pregevole bis dieci giorni dopo in quel di Parma, col rasoterra perfido (dopo spettacolare imbeccata di Hysaj) che ha lasciato Sepe di stucco. Siamo evidentemente ad un vero e proprio punto di svolta, poiché il top player che è in lui sta finalmente sbocciando.
LEGITTIMAZIONE - «Non glielo diciamo quanto sia forte» e il pulpito dal quale proviene la “censura” è quello del connazionale Zibì Boniek, presidente della federazione polacca. Figuriamoci se ad uno come lui poteva sfuggire un particolare del genere. «Lo conosco da quando aveva sedici anni e m’incanta sempre più. Ha orientamento preciso delle giocate, padronanza del corpo e del palleggio come raramente si vedono. Ma sì, scrivetelo pure, è talmente un bravo ragazzo che finirà per non prendermi sul serio». E ciò che di lui pensa Zibì, cominciano a pensarlo davvero in tanti. Anche Sarri, che lo conosceva dai tempi dell’Empoli, ne fu presto rapito, pretendendolo pure a Napoli, addirittura “intimandogli” apertamente di credere, una volta e per tutte, nelle sue possibilità.
NAPOLI - Ha messo la freccia e adesso viaggia spedito sulla corsia di sorpasso. Ben lanciato, seppur in completa sicurezza, a superare in primo luogo se stesso. E sì, perché Piotr Zelinski s’è finalmente lasciato andare, ha rotto indugi ed ormeggi, facendo saltare quei freni inibitori che ne condizionavano la fioritura. E il nuovo Piotr, quello che soppianta la precedente versione, è una delizia per gli occhi, è un toccasana per gli equilibri e le economie di squadra. Questa sua presa di coscienza (meglio tardi che mai…) arriva a puntino, capita proprio nel momento in cui, complice anche la partenza di Hamsik, c’è stato urgente bisogno di riconfigurare il centrocampo. Ma, d’altro canto, ragionare su di uno Zielinski unicamente centrocampista, risulterebbe alquanto riduttivo. Poiché il polacco, assieme ad una rinnovata percezione di se stesso e delle sue possibilità, si sente finalmente libero di sciorinare i pezzi pregiati del suo repertorio. E lo fa a tutto campo.
LE CHICCHE - Meno frenato da vincoli tattici, sta riuscendo quasi sempre a portare a termine ciò che gli passa per la testa. Esempio lampante di ciò, scaturisce proprio dalla trasferta svizzera di Europa League, allorquando l'inarrestabile Piotr mise a sedere l’intera difesa zurighese, fulminando pure il portiere. Il pregevole bis dieci giorni dopo in quel di Parma, col rasoterra perfido (dopo spettacolare imbeccata di Hysaj) che ha lasciato Sepe di stucco. Siamo evidentemente ad un vero e proprio punto di svolta, poiché il top player che è in lui sta finalmente sbocciando.
LEGITTIMAZIONE - «Non glielo diciamo quanto sia forte» e il pulpito dal quale proviene la “censura” è quello del connazionale Zibì Boniek, presidente della federazione polacca. Figuriamoci se ad uno come lui poteva sfuggire un particolare del genere. «Lo conosco da quando aveva sedici anni e m’incanta sempre più. Ha orientamento preciso delle giocate, padronanza del corpo e del palleggio come raramente si vedono. Ma sì, scrivetelo pure, è talmente un bravo ragazzo che finirà per non prendermi sul serio». E ciò che di lui pensa Zibì, cominciano a pensarlo davvero in tanti. Anche Sarri, che lo conosceva dai tempi dell’Empoli, ne fu presto rapito, pretendendolo pure a Napoli, addirittura “intimandogli” apertamente di credere, una volta e per tutte, nelle sue possibilità.
14 mar 2019
14 mar 2019
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